Spedire limitando sprechi e rifiuti: tre esempi virtuosi di packaging

di Marina “Morgatta” Savarese

Con l’aumento delle vendite online sono cresciuti sì i volumi di prodotti inviati in giro per il mondo, ma anche la quantità di rifiuti derivati dagli imballaggi usati per le spedizioni. Fa specie che da quando è cominciata l’avventura degli e-commerce i sistemi di spedizione siano ancora gli stessi: capi avvolti in sacchetti di plastica o pluriball, imballati in scatole di cartone e spedita sui camion per le consegne a domicilio dei clienti. I volumi globali di pacchi hanno superato i 100 miliardi nel 2019 per la prima volta, e sono aumentati nel 2020 con il decollo degli acquisti online durante la pandemia. Se moltiplichiamo il tutto per i cumuli di spazzatura (le scatole di cartone possono emettere metano quando si rompono), le buste di plastica in discarica che rimarranno lì per anni e le quantità di emissioni di CO2 generate dai trasporti, ecco che lo scenario si complica e necessita di una soluzione. Una soluzione nei materiali, nei modi e anche nell’educazione del cliente finale (che invece di strappare e buttare a caso dovrebbe imparare a riciclare nella maniera adeguata)!

REPACK, REUSABLE PACKAGING

Vincitori del Fashion Innovation Award del 2020, gli svedesi dietro al progetto RePack hanno trasformato l’imballaggio usa-e-getta in un packaging riutilizzabile un numero decisamente maggiore di volte. Non è un cambiamento nei materiali, quanto nell’approccio: dalla mentalità lineare a quella circolare, in un giro ripetibile all’infinito. Chi riceve un capo spedito con RePack deve semplicemente piegare e lasciar cadere il sacchetto vuoto in una cassetta delle lettere, ovunque nel mondo. Il sistema si incarica di riprenderlo, controllarlo, pulirlo e ridistribuirlo per l’uso successivo. Una visione differente, dunque, dove effettivamente il materiale degli imballi RePack ha una base plastica che per essere prodotta emette un discreto quantitativo di CO2, ma è anche vero che questa usabilità ripetuta nel tempo elimina la necessità di produrre un nuovo imballaggio e la necessità di gestire i suoi rifiuti. Come dire, fatto una volta, poi non se ne fanno più! 😉

Ci sono margini di miglioramento del progetto e, sul loro sito, in maniera decisamente trasparente e onesta, evidenziano i lati positivi e quelli negativi sui quali si stanno impegnando per ridurre ancora meno la loro impronta: dal punto di vista del design del prodotto, sulla modalità di “ritorno” in sede degli imballaggi restituiti (aumentando i punti di raccolta o affidando il trasposto a veicoli alimentati esclusivamente da energie rinnovabili); istruendo sempre meglio i consumatori finali e pensando a varie ipotesi di “upcycling” degli imballi per trasformarli in qualcosa di utile al momento del fine vita. QUI si possono vedere le aziende che utilizzano questi pack per le loro spedizioni…(e tra loro ci sono anche i nostri amici di Rifo’)!

HERO, IL PACKAGING COMPOSTABILE E ZERO WASTE

Quest’altra soluzione arriva direttamente dall’Australia con una missione ambiziosa: quella di realizzare un packaging compostabile e zero waste! Anaita e Vik sono la coppia dietro a questo progetto che ha sede a Sidney; l’idea è nata quando ancora avevano un e-commerce che riceveva 80-100 ordini al giorno! Circondati da una quantità incredibile di imballaggi e buste di plastica, si sono sentiti incredibilmente in colpa e si sono messi a caccia di una soluzione. Che non hanno trovato! Così hanno deciso di inventarsela; dopo aver testato un miliardo di materiali diversi, hanno trovato un materiale che era compostabile, ma anche impermeabile e super resistente (si comportava come la plastica nel processo di spedizione).

Hero Packaging

Dopo aver testato e sperimentato il prodotto, hanno pensato di distribuirlo e renderlo accessibile anche ad altre aziende. Ed ecco apparire una discreta gamma di buste in varie dimensioni e colori, adatti per tutti e addirittura customizzabili. HEROPACK sono stati perfezionati nel tempo, senza raggiungere la perfezione, ma almeno un buon livello. Non solo sono compostabili sia in casa che nell’ambiente (sono certificati da Australian BioPlastics come compostabili da casa), ma hanno anche una doppia striscia di chiusura che li rende utilizzabili almeno un paio di volte (andata e ritorno, insomma)! Non sono adatti a tutti i tipi di prodotti (tipo per quelli spigolosi meglio fare un test prima), ma almeno è un altro passo in avanti verso un po’ di spazzatura in meno…

BOX RIUTILIZZABILI E SCATOLE RESTITUIBILI

Le idee riguardanti gli imballaggi per le spedizioni stanno arrivando sotto varie forme, come le scatole riutilizzabili di Boox, o quelle di Olive (non disponibili nel nostro Paese), con un sistema simile a quello di RePack, dove però le scatole vengono ritirate direttamente a casa per essere poi rimesse in circolazione. Insomma, gli step verso la riduzione dei rifiuti dovuti alle spedizioni degli acquisti online sono molti. Ma forse, insieme alle soluzioni, si potrebbe anche lavorare alla radice del problema, ovvero sensibilizzare al non esagerare con lo shopping online di qualunque cosa (dalla borsa di Gucci alla lampadina per la luce del bagno) in favore di un supporto alle attività locali. Offline. Che non necessitano di spedire…;)

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