Come si può comunicare l’identità di un prodotto sostenibile al di fuori del canoni tradizionali del linguaggio “green”?
Si sa, a noi l’abuso della parola e del concetto di sostenibile non è mai piaciuto…
Per questo abbiamo accolto con grande piacere l’invito della Dott.ssa Alessandra Vaccari dello IUAV di Venezia a partecipare a Fashion Response-ability: Transnational Dialogues and Local Impact, che ci ha coinvolto in una due giorni di laboratori e workshop lo scorso fine settimana.
Questo è stato l’atto finale del progetto di ricerca annuale FABBRICrafter, che ragionando sul futuro della moda, ha studiato i biomateriali, le pratiche di riciclo e artigianato, con l’obiettivo di contribuire alla sostenibilità ambientale e sociale nella moda.
L’obiettivo del nostro laboratorio è stato quello di invitare gli studenti e il pubblico a una riflessione sui temi della comunicazione in ambito moda, con particolare focus sulla sostenibilità.
Volevamo accompagnare i partecipanti attraverso un percorso progettuale che, a partire dalla realizzazione di un prodotto, arrivasse a concepire l’immagine dello stesso valorizzandone gli aspetti sostenibili concreti, al di fuori dei classici stereotipi della comunicazione “green”.
Abbiamo raccontato il percorso di Sfashion-net e parlato di quali sono i limiti che abbiamo riscontrato nella comunicazione dei temi della sostenibilità e come abbiamo voluto provare a superarli, proponendo W(e)ave Magazine. Al nostro racconto sono seguiti numerosi scambi super stimolanti e un sacco di domande!
La mattinata è proseguita con il workshop laboratoriale “Ri-assemblage in Shoes Design” proposto dalla Dott.ssa Clizia Moradei durante il quale i
partecipanti, divisi in piccoli gruppi, hanno realizzato alcuni prototipi di scarpe e sneakers partendo dal recupero di scarpe usate, che sono state smontate e poi ricreate attraverso diverse tecniche di assemblaggio. I risultati sono stati incredibilmente creativi e interessanti, alcuni quasi visionari!
Nel pomeriggio ci siamo dedicati alla comunicazione: avevamo delle scarpe upcycling, create dagli scarti, sostenibili; come potevamo dunque comunicare queste qualità senza cadere nella banale trappola del sostenibile =verde a tutti i costi?
Abbiamo così proposto ai gruppi di lavoro un questionario, che è stato utile per elaborare un pensiero su brand identity, mission e vision, e a far emergere le peculiarità del proprio prodotto.
Ciascun gruppo ha poi realizzato un moodboard ispirazionale, e ha così focalizzato, attraverso l’uso delle immagini, l’immaginario in grado di trasmettere i valori del prodotto.
E poi, finalmente… A scattare!
Utilizzando lo studio di posa dell’Università, o in alcuni casi anche le fotocamere dei telefoni, ciascun gruppo aveva il compito di realizzare uno scatto che raccontasse il proprio prodotto attraverso l’immagine.
Qui si è scatenata ulteriormente la scintilla creativa degli studenti e delle studentesse, che, mano a mano che proseguivano i lavori, non hanno mai smesso di stupirci: senza un set preimpostato, utilizzando quello che avevano a disposizione (cos’è la vera creatività se non la capacità di inventare e trasformare quello che già esiste?!) hanno ideato e realizzato degli scatti advertising che poco avevano da invidiare alle campagne pubblicitarie con budget a 3 (o più!) zeri.
A conclusione della giornata, ciascun gruppo ha presentato il suo lavoro, ed è stato emozionante: dopo una giornata di attività così, spalla a spalla, curiosità e stima per il lavoro dei colleghi, stupore e meraviglia per i risultati ottenuti (“Nooo, ma che figata questa foto!”, “La tua scarpa comunque è davvero incredibile!”) sono stati palpabili, e per noi, la migliore ricompensa per aver condiviso il nostro pensiero e la nostra visione con studenti e studentesse talentuos*, che, siamo sicure, concepiranno la sostenibilità non solo come un trend ma come una parte fondante alla base dei loro progetti futuri.
Un grazie speciale ad Alessandra Vaccari per averci coinvolto in questo progetto!